Dovrete
portarlo all'allenamento, a tutte le ore, nei giorni di festa e
rientrando prima dalle vacanze. Dovrete spendere soldi, e spenderne
ancora e ancora, per cose che sembrano del tutto futili. Dovrete
portarlo in trasferta, aspettare ore guardando uno sport che magari non
vi piace. Dovrete vederlo stanco, che non ce la fa più, che non riesce a
gestire compiti, catechismo, amici e sport.
Dovrete
vederlo piangere perché è stanco, piangere perché perde, piangere
perché l'insegnante non è soddisfatto, piangere perché il sabato sera i
suoi amici escono e lui si prepara per la partita dell'indomani.
Dovrete
vederlo "sbagliare" perché metterà lo sport prima di tutto il resto,
perché sceglierà di mollare la fidanzata "perfetta" per voi perché lei
non lo supporta, prenderà 108 invece che 110 all'università. E quando
andrà fuori di casa i weekend, invece che trascorrerli con voi, li
trascorrerà con i suoi compagni di squadra.
E dovrete litigare. Ma ormai è nel tunnel dello sport agonistico. Ormai ha perso di vista le priorità secondo voi.
Ma
provate a vedere se il sorriso del suo amichetto terminata una partita
alla PlayStation, è lo stesso di quando un atleta termina un
allenamento.
Provate a vedere se le amicizie che lega in giro sono sincere tanto quanto quelle legate in spogliatoio.
Provate a chiedergli se è meglio perdere una gara o non parteciparvi.
Provate
a guardare le analisi del sangue di uno sportivo agonista e di un
bambino che non esce di casa... Vedrete che il cortisolo non fa poi così
male!
Ricordatevi
che un atleta si ricorda SEMPRE se a bordo campo, ad aspettarlo dopo
aver perso l'ennesima gara, ci sono la sua mamma e il suo papà.
Ricordatevi
che un atleta, per quanto piccolo, è cosciente degli sforzi che vengono
fatti dai genitori, dagli amici, dagli allenatori, dai Maestri.
Ricordatevi
che piangerà quando non riuscirà a finire di studiare per il giorno
dopo in 4ª elementare, ma che tutto ciò lo aiuterà a organizzarsi e
finire l'università.
Ma
soprattutto ricordate che state dando a vostro figlio la possibilità di
provare una gamma di emozioni che altrimenti non potrebbe neppure
immaginare.
Chiedigli
di spiegare cosa vuol dire essere emozionati, felici, impauriti,
determinati, delusi, riconoscenti, soddisfatti, te lo saprà dire.
Chiedigli
se per la delusione di un allenamento andato male, vale la pena di
mollare lo sport o è il pretesto per tornare il prima possibile e
provarci ancora, e ancora, e ancora. Finché la delusione diverrà
soddisfazione.
Leonforte Via Taormina 58